L'INFORMATION DESIGN* PARLA ANCHE ITALIANO
di Marina Teresa Dagna
L' Information Design è un settore di studi decisamente molto recente, arricchito dai saperi provenienti da diverse discipline, dalla linguistica testuale all'intelligenza artificiale, dalle scienze cognitive alla semiotica.
Questa interdisciplinarietà deriva dal fatto che l'oggetto di indagine, l' informazione, comprende numerosissime problematiche non comprensibili appieno senza una adeguata visione di insieme.
La nozione di informazione, così polisemica e pervasiva, è oggetto di importanti ricerche che hanno avuto forti ripercussioni sull'evoluzione delle tecnologie informatiche, le quali hanno avuto un ruolo pregnante nella cosiddetta "rivoluzione delle nuove tecnologie". A seguito di questo evento epocale l'informazione si è trasformata in un capitale economico di primaria importanza gestibile e commerciabile attraverso le reti informatiche.
Diventa così fondamentale sviluppare su più livelli una efficace capacità di organizzazione della informazione, sui contenuti e sui flussi informativi.
Con l'avvento di Internet, tra il 1990 e il 1995, si è verificata una vera e propria esplosione della quantità di testi consultabili online da parte degli utenti. Si è così diffusa la convinzione che la facilità di connessione alla rete significasse anche facilità di reperimento e consultazione delle informazioni. Ben presto, però, ci si è resi conto che Internet rischia di rimanere un semplice contenitore di dati non organizzati, tali da disorientare l'utente, perso in un oceano.
Quando la quantità di informazioni diventa sovrabbondante, si verifica l'implosione dell'informazione stessa; le nozioni trasmesse risultano eccessive rispetto a quanto l' individuo riesce ad assimilare.
L'Information Design è appunto il settore di ricerca teorica e applicata che si occupa di individuare e fornire indicazioni per modellare i testi sulla base delle necessità degli utenti, ricorrendo a precisi criteri finalizzati ad ottimizzare l'organizzazione dei contenuti per facilitare l'apprendimento di ciò che si intende trasmettere. L' obiettivo finale è quello di creare pacchetti informativi e formativi dal momento che la capacità di apprendere da parte di un utente dipende anche dal modo in cui il sapere viene progettato, organizzato e, conseguentemente, trasmesso.
La parola information deriva dal verbo latino informare, cioè dare forma mentre la parola design trova la sua origine nel mondo della produzione industriale di massa. Il designer è quella figura professionale capace di progettare una linea di prodotti basata su un modello che risponda ai bisogni di una utenza diversificata.
L'Information Design ha raggiunto il massimo sviluppo negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna, paese nel quale, negli anni Sessanta, viene fondata
Spiccano personalità molto importanti che, sia per l'originalità delle posizioni assunte, che per la consistenza delle proposte metodologiche, hanno contribuito alla formazione di varie correnti di pensiero. Tra questi esperti i più significativi sono Joan Costa, Lou Rosenfeld, Nathan Shedroff, David Sless, Graziella Tonfoni, Richard Soul Wurman.
L'Information Design, che nei paesi anglosassoni ha ormai assunto la dignità di una vera e propria disciplina autonoma, in Italia è ancora poco nota.
Il contesto italiano tende ad affrontare le problematiche connesse all' informazione e alla comunicazione, da un lato secondo criteri ancora strettamente legati alla tradizione letteraria, dall'altro secondo canoni mutuati integralmente da paesi culturalmente diversi. Gli operatori di comunicazione italiani si sono interessati a queste tematiche solo recentemente, proprio perché recenti sono la diffusione delle tecnologie informatiche e di internet sul territorio nazionale a livello così capillare. La realtà italiana si è trovata a confrontarsi con i problemi legati alla gestione dei flussi informativi, senza avere preventivamente elaborato strumenti propri.
Uno degli obiettivi della scienziata è stato innanzitutto quello di creare anche una tradizione italiana, che potesse fare tesoro degli apporti esterni, secondo una nuova prospettiva capace di riconoscere le caratteristiche specifiche di ogni modello e problema comunicativo rispettandone la specificità culturale.
Questo approccio si basa sulla logica di una personalizzazione dell'intervento tesa a rafforzare le componenti culturali del contesto specifico in cui viene proposto.
Le peculiarità tipiche di un contesto culturale devono assolutamente essere conservate, valorizzate e tramandate; la diffusione delle tecnologie, con la conseguente standardizzazione delle procedure, non deve arrivare a portare all'appiattimento delle possibilità comunicative.
Si deve piuttosto raggiungere un equilibrio tra l'atteggiamento che tende alla standardizzazione dei principi metodologici e delle modalità di riconfigurazione del sapere e quello che porta alla contestualizzazione dei singoli contenuti da trattare in relazione ai diversi ambienti informativi che devono restare tra loro ben distinti, proprio per rispettarne a fondo la diversa natura.
La proposta operativa indicata da Tonfoni è quella della contestualizzazione, requisito fondamentale ai fini del trasporto rispettoso del sapere da una cultura all'altra.
Chi organizza l'informazione deve disporre di modalità di costruzione generali che deve saper adattare e modellare in relazione alle caratteristiche della situazione specifica; proprio per questo Tonfoni ha sviluppato una metodologia di Information Design particolarmente innovativa che si basa su principi ergonomico-cognitivi e su principi di ecologia della mente. L'applicazione di principi ergonomico-cognitivi all' Information Design richiede lo sviluppo di metodi di progettazione che tengano conto delle caratteristiche e dei limiti psico-fisiologici dell'individuo.
Obiettivo primario dell'information designer deve essere quello di realizzare progetti informativi che siano funzionali e risultino naturali per l'individuo che ne fa uso perché rispettosi del suo profilo cognitivo. L'assunzione di principi ecologici si traduce nell'elaborazione di una metodologia di progettazione che, partendo dalla necessità di tutelare l' equilibrio dell'ambiente culturale in cui si interviene, portano alla realizzazione di progetti testuali ecocompatibili, cioè in armonia col contesto socio-culturale considerato, che è di fatto un vero e proprio ecosistema comunicativo. Alla base di una progettazione ergonomico-cognitiva ed ecologica in senso lato vi è necessariamente un approccio rigoroso e scientifico, che non deve comunque andare a scapito della componente creativa necessaria per progettare soluzioni originali. La creatività è intesa da Tonfoni come il risultato di una profonda conoscenza tecnica dei materiali informativi e della loro ben precisa funzionalità, è finalizzata quindi anche a dare una forma sempre più definita ai problemi legati all'elaborazione dei testi e alla loro comprensione, sulla base di strumenti concettuali ed operativi appartenenti a discipline fra loro diverse. Tonfoni è così giunta ad interpretare i testi come veri e propri "ambienti" di informazione ed ancora come "costruzioni" che possono essere smontate nei loro elementi di base per poi essere riprogettate, ricostruite e riconfigurate sulla base di nuovi e specifici bisogni informativi. Ha quindi individuato nell' architettura un'area del sapere caratterizzata da regole e canoni in gran parte utilizzabili anche per la rappresentazione della costruzione delle strutture frastiche e perifrastiche.
L'ingegneria civile risulta essere una ulteriore metafora calzante per spiegare il nuovo approccio che Tonfoni istituisce con il testo, inteso come realtà solida e dinamica allo stesso tempo.
Come l'architetto e l'ingegnere devono conoscere le proprietà dei materiali e le leggi che vi sottendono al fine di garantire la sicurezza delle loro costruzioni, così l' information designer è tenuto a conoscere le metodiche, i principi di base della comunicazione, i codici, i fondamenti di semiotica applicata, proprio al fine di assicurare una trasmissione corretta ed efficace delle informazioni. Tonfoni promuove l'uso dell'architettura in tutte le sue differenti componenti e molteplici piani, proprio al fine di costruire testi e ambienti testuali da visitare e vivere; ha realizzato un solido apparato metodologico, grazie al quale l' information designer può imparare a progettare e realizzare testi creativi ed estremamente efficaci ad un tempo. Il testo, secondo questa singolare prospettiva, viene pensato nella sua dimensione spaziale e lo scrivere è inteso come la costruzione di un vero e proprio "ambiente architettonico" in cui interagire con il lettore. Rispetto al testo "posizionato" nello spazio lo scrittore deve comportarsi come l' architetto ovvero organizzare e costruire spazi di scrittura e quindi di lettura per il proprio "abitante testuale" che viene così messo in grado di operare scelte autonome. Secondo Tonfoni l'ambiente testuale può essere vissuto e abitato dal lettore che sceglierà come muoversi al suo interno in base alle sue specifiche esigenze.
Inoltre l'ambiente introduce ulteriore elementi innovativi, che provengono dallo studio della percezione visiva: la compresenza di più livelli di lettura rende a tutti gli effetti l'utente libero di scegliere la modalità di fruizione più consona.
Il progettista deve utilizzare più codici, possedere una visione complessa e soprattutto sapere percepire il testo nella sua tridimensionalità.
Si tratta di un vero e proprio cambiamento culturale nel modo di pensare il testo. Per farne comprendere la portata Tonfoni propone di sostituire all'ambiguo termine "struttura testuale" il più adatto "costruttura del testo" indicando così il progetto architettonico composto da una fase di progettazione e una di realizzazione, ben più complessa e articolata della semplice costruzione.
Tutto l'apparato metodologico di Tonfoni si basa sull'impiego coerente di metafore scientificamente elaborate che assumono valenze ben precise al fine di illustrare concetti compositi in modi più approfonditi rispetto a quanto potrebbe fare una semplice definizione lineare.
La metafora è intesa come un valido strumento cognitivo che l'autrice adotta per guidare il lettore continuativamente. Introdurre la pratica del ragionamento metaforico all'interno dell'Information Design significa pertanto creare una solida piattaforma concettuale mediante la quale spiegare realtà nuove sulla base di saperi già consolidati.
La metodologia proposta fornisce all'information designer una ricca serie di strumenti attraverso cui raggiungere una solida competenza nella progettazione dell'informazione e costruirsi così una vera e propria sensibilità ovvero information sensitivity, senza la quale è impossibile convertire l' informazione sparsa e disorganica in edificio di conoscenza funzionale, accessibile ed estremamente valido.
Si aggiunga la ulteriore sensibilità comunicativa della quale il designer deve essere dotato al fine di progettare correttamente i suoi testi. L' utente, nella terminologia di Tonfoni, non è user ma chooser cioè persona che decide autonomamente e compie in modo pienamente responsabile le proprie scelte muovendosi consapevolmente in ambienti di apprendimento inform-attivi cioè cognitivamente progettati.
La linea di pensiero di Information Design di Tonfoni si propone sul piano nazionale ed internazionale come unica nel suo genere sia per gli strumenti che introduce nella disciplina, che per la solida base metodologica che offre proprio al fine di sviluppare competenze e abilità adatte ad affrontare la complessità attuale nel campo dell'informazione e della comunicazione.
*Per una ben documentata sintesi sull' Infomation Design ed in particolare sulle teorie e metoedologie Tonfoni si consiglia la lettura del primo manuale didattico italiano di "Information Design" di E.Cavina- R.