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La TV come laboratorio genetico: un medium da inventare

di Marcello Pecchioli

La TV che non c'è

Noi,oggi,viviamo in un epoca che annovera tra i suoi media di massa di punta, la televisione e le sue infinite propaggini pubblicitarie,culturali,tecnologiche.

Siamo di fronte ad una sottocultura potentissima che ha manipolato la mente,i corpi e i costumi di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo,e questo da almeno cinquanta anni a questa parte.

E',dunque, come minimo patetico assistere (in televisione) ad alcune tavole rotonde e talk show sul piccolo schermo,la sua eventuale pericolosità,il fatto che,spesso,si è andato a sostituire ai genitori nell'educazione infantile diventando una specie di baby-sitter elettronica,temibile e onnisciente,le immagini di morte e di eros che veicola.

Stiamo invece ragionando su una specie di Peste del XX secolo,una minaccia talmente grave che le note di Popper e Condry in " Cattiva maestra televisione" sulla pericolosità del mezzo,che comunque è fuori controllo in tutto il mondo,sembrano quasi assumere un tono triste ma rassegnato come se non ci fosse più niente da fare,se non di esercitare un controllo con una specie di patentino che abiliti alla buona televisione.

Non so se la loro proposta,peraltro ragionevole,di assicurare una specie di patente a chiunque lavori in televisione,sia o meno realistica,certamente il pericolo è talmente grave che non può essere minimizzato,neanche oggi,a a qualche mese dalla scomparsa del celebre filosofo austriaco che oggi,data la sua statura intellettuale ed etica è assurto a grande nume tutelare contro la tv,anche paradossalmente,visto che siamo di fronte ad uno dei filosofi più importanti del XX secolo.

Ma riflettiamo un attimo a mente fredda:di che cosa stiamo parlando,di un mezzo che è nato (in sordina) più di quaranta anni fa,che è stato deriso e dileggiato a lungo dagli altri (potenti)dispositivi massmediologici come il cinema,la stampa,il teatro,le arti visive,etc. e che oggi rischia di assumere il controllo totale dei sentimenti e dei cervelli di milioni,forse

miliardi di persone collegate con stazioni e programmi televisivi,spesso di infimo livello.

 Incognita:i paradossi del piccolo schermo

Ma c'è un incognita ed è che stiamo parlando di un fenomeno piuttosto curioso,una tecnologia nata prima dell'imponente sviluppo tecnologico di questi anni,che ha visto la nascita dei new media(videogiochi,cd-rom,internet,reti telematiche veloci,computer piccolissimi come i Personal Digital Assistent o la telefonia digitale e lo sviluppo delle reti satellitari),e che nonostante questo profluvio di mezzi e di tecnologie potentissime,veloci,tascabili,interconnesse,crede ancora,vedremo poi se con qualche ragione, di essere la regina dei media e blatera di tv interattiva,a due vie,etc.

Ora chi ha avuto modo di vedere la tv via satellite o gli esperimenti di tv interattiva come quelli di Orlando in Florida o come quelli di Stream in casa nostra è in grado di capire da solo che il problema della pessima qualità dei programmi non viene minimamente intaccato da questi usi tecnologici e un programma benemerito come Sat sat su Rai 3 dimostra ad abudantiam che i programmi televisivi di quasi tutto il mondo sono atroci,buffi e inguardabili esattamente come i nostri o come molti canali europei che conosciamo.

Con la differenza che i programmi degli altri paesi sono o sembrano una specie di viaggio nel tempo a ritroso,e così si può assistere ai primi vagiti di talk-show e varietà televisivi scalcinati e poverissimi ma che,caparbiamente,imitano i modelli americani e delle società affluenti...

E' giunto allora il momento di ripensare in profondità questo potere e questo modello televisivo che conosciamo,il potere di un mezzo generalista,autoritario,arcaico,che produce assuefazione e uno stato ipnoide simile ad una trance leggera nei telespettatori,ripensando la televisione nella forma,nella tipologia dei programmi,nei contenuti,nei formati,nella logica di palinsesto,nell'abbraccio(velenoso e mortale) con le altre tecnologie che questo medium ha creduto e crede di poter ignorare o dominare a suo piacere ma ricordiamoci,tra i vari paradossi,il settore ricerca e sviluppo delle televisioni è ricchissimo e in continua crescita.

 Verso una Superlingua:

alternative e parallelismi con i sistemi navigazionali elettronici

Se dunque,da come sembra uscir fuori da convegni,dibattiti,festival incontri,seminari e relazioni,la tv deve assolutamente cambiare pelle e ruolo,oggi questo non vuol dire,come erroneamente si tende a credere, moltiplicare l'accesso a programmi sociali, come si pensava di poter fare con quell'atteggiamento un po' buffo e paternalistico della tv che si concede al di fuori della sua cerchia,solo alcuni anni fa,ad esempio con le polemiche sulla Rai e i programmi dell'accesso ma molto,molto di più.

 Nò,il tentativo deve essere condotto su basi più rigorose,incrociando e ibridando vari linguaggi tecnologici,in modo da far nascere una specie di superlingua,che può contenere parti e funzioni interattive e modificabili ma che non si risolve certo nel tentativo,in verità piuttosto mìope,di formulare una tv interattiva,video on demand e consimili che possiamo vedere come tentativi costosi e inutili di arrivare ad un'utilizzo non sequenziale di immagini e formati(televisivi,commerciali,cinematografici)che di per sé sono nati per essere fruiti in modo sequenziale,rigido,con una vettorialità temporale e narrativa precisa e indelebile e che quindi invalidano immediatamente il modello (futuribile) di tv a cui si vuole arrivare,ma che non ha fatto altro che trovare nuovi canali per vecchi contenuti.

Ad esempio l'accesso al menu di Stream comporta una rigidità e una forma di visualizzazione dei percorsi che di per sè é già la negazione stessa dei presupposti navigazionali di questa particolare offerta televisiva.

Invece risulterebbe,a mio avviso,di gran lunga più stimolante e apprezzabile il tentativo di lavorare formulando un linguaggio potenziato,arricchito,formato dall'incontro/scontro tra vari linguaggi tecnici,con un'idea di realta e di livelli descrizionali di questa stessa realtà più elevato di quello attuale, in cui sia possibile,ad esempio, monitorare una complessità che si avvicina ai sistemi navigazionali dei new media che è,o dovrebbe essere,una specie di piattaforma e una base operativa comune per un dialogo con tecnologie avanzate

 Se il tentativo (linguistico) di ottenere un simile superlinguaggio dovesse decollare e prendere forma, allora saremmo di fronte,per la prima volta e in modo definitivo alle enormi potenzialità di una televisione rinnovata,potenzialità e premesse che fin'ora sono rimaste oscure e semiinesplorate,occultate da una specie di parossismo cieco di programmi,tipologie,formati,logiche di palinsesto aberranti e ciniche,proprie della tv commerciale e generalista.

 Costruire la realtà televisiva:

i compiti della neotelevisione

Mi rendo conto che il compito che sto qui tracciando potrebbe sembrare titanico e che possiede anche un'aura romantica e sturmer che non depone del tutto a suo favore ma sono convinto che sia possibile e necessario cominciare una specie di grande bonifica del linguaggio televisivo,salvando ad esempio quegli strati linguistici e tipologici che possono e devono essere potenziati e ricodificati e sottoposti ad una crescita in vitro,esattamente come si fa con le culture di virus e di batteri in laboratorio per ottenere delle colonie e delle popolazioni di individui unicellulari con cui sperimentare medicine,vaccini ed altro.

 Alle origini di una genetica televisiva

Auspico che si inizi a costruire una specie di genetica televisiva che sia in grado di scalzare l'attuale ricerca ossessiva di format e di sciocchezze terribili che attualmente occupano circa l'ottanta per cento delle logiche di palinsesto e che,nel nostro paese sono ben al di sopra della soglia civile di tolleranza.

E per far questo bisogna pensare all'attuale panorama audiovisivo mondiale come un gigantesco brodo di culture in cui è possibile isolare alcuni programmi o meglio unità geniche televisive e tentare di incrociarli,ibridarli,mediante tecnologie o tecniche miste(computer e video) per saggiare il loro livello di tenuta all'interno di un nuovo paradigma televisivo che,ovviamente,è in grado di concepire se stesso in modo parzialmente interattivo,con una soglia di realtà diversa da quella classica,cioè la realtà speculare dei programmi in diretta o basati su riprese dal vero,e l'immissione calcolata di nuclei genici virtuali,e cioè sequenze,in questo caso fotogrammi o piccole sequenze,che sono stati interamente costruiti dai calcolatori e contengono dunque una realtà di sintesi,in un processo che potremmo chiamare di augmented reality,una realtà potenziata.

Quanto questo problema degli innesti sia importante lo vedremo più avanti...

Verso un Progetto Genoma televisivo

Se,come sembra,la qualità dei programmi che sono attualmente in onda è decisamente bassa,in alcuni casi assolutamente mediocre,bisognerebbe cominciare a studiare quali tipi di immagini televisive dovrebbero andare a sostituire l'attuale "marmellata"audiovisiva che ci viene riversata ogni giorno da tutti i canali ma il punto di vista di chi fa televisione è troppo inestricabilmente involuto e tiene conto di raffinatissime alchimìe catodiche che,in questa sede,ci sembrano assolutamente fuori luogo.

Innanzi tutto,parafrasando ancora Popper ma cercando di andare un attimo al di là del suo monito,potremmo sostenere,e lo sosteniamo ma solo parzialmente,che la televisione è troppo importante per farla fare e gestire ai direttori di rete,agli strateghi di palinsesto e ai programmisti-registi come attualmente avviene.

Questo naturalmente è un paradosso,e rischia anche di essere ingeneroso verso chi dedica la vita a studiare programmi,logiche di palinsesto e formati televisivi ma c'è un punto di verità che vorrei esporre subito.

Quello che credo si possa dire a proposito di quest'affermazione è che molti sono i soggetti che non sono stati interpellati dal mondo della televisione,dagli informatici agli ingegegneri,dai fisici a chi si occupa di video,grafica,fotografia,design e,visto che stiamo parlando sotto una metafora biologica,biologi e antropologi della comunicazione.

Diciamo che le potenzialità di questo mezzo sono ancora quasi tutte da scrivere e da codificare e che ci si è impantanati dentro una coscienza catodica che ha impedito solamente di pensare che la televisione è un formidabile strumento di comunicazione che deve essere sottoposto ad un restyling e ricostruito,anche se,ovviamente,non sono in grado di dire quanto questo lavoro,diciamo di tipo fondazionale,potrà poi incidere davvero sulle logiche di palinsesto e di programmazione che conosciamo e che subìamo passivamente ogni giorno....

Senza scomodare il rasoio di Occam il pericolo reale è che questa tv augmented diventi l'equivalente di Internet 2 per le reti telematiche,e cioè un medium ad altissime potenzialità ma gestito e utilizzato da pochi,fortunati,utenti...

 Per una nuova coscienza catodica

La neotelevisione ha un compito di guidare e indirizzare queste nuove strategie e di cercarsi alleanze potenti nei settori del marketing,della pubblicità,della finanza,della ricerca scientifica,delle telecomunicazioni,dell'elettronica di consumo.

Intanto si possono costruire dei microprogrammi come degli spot o delle sigle che siano diversi,più interessanti,con un uso del tempo televisivo più accorto e intelligente rispetto a quello attuale,con l'utilizzo contemporaneo di più livelli di realtà,che utilizzino le riprese,la postproduzione,il montaggio,le banche dati,gli archivi,le immagini di sintesi,l'immaginario tecnoscientifico,industriale,medico,informatico per avvicinarsi a quel modello ideale di superlingua elettronica a cui la tv del futuro dovrebbe ispirarsi per trovare nutrimento e nuova linfa vitale, un modello a cui ho già accennato in passato in alcuni articoli(Juliet,Risk,Terzoocchio).

 Dobbiamo procedere utilizzando le risorse televisive come nuove forme nascenti per costruire una comunicazione globale,integrata,a più livelli,in cui il concetto di realtà come specchio (della telecamera) venga assorbito e riformulato tenendo presenti standard di verità e di verificabilità plurimi,esattamente com' è possibile sostituire una logica binaria a due valori (V.F.) con una logica sfumata (fuzzy logic) che tiene conto in modo più realistico e pragmatico delle(infinite) sfumatore dei valori linguistici come nel linguaggio comune,e,probabilmente,nei linguaggi artistici applicati.

Ad una logica siffatta che lavora su più piani e con diversi accenti,simili alle logiche e linguistiche elaborate da Waismann,Black e dalla scuola di filosofia del linguaggio oxoniense dovremmo comparare una televisione che impara a parlare in modo sfumato,ma naturalmente con dei meccanismi di help linguistico che siano in grado di ripristinare i valori di verità,quando questo sia necessario ma per inclusione di sottolivelli linguistici e non per esclusione,esattamente come nei fatti della vita la verità non è mai da una sola parte e totalmente manifesta ma siamo anche in grado di schierarci verofunzionalmente da una parte o dall'altra,magari motivando la nostra scelta da un punto di vista categoriale o etico-normativo.

 Il Futuro della superlingua

Se la tv ha un futuro dovrà cercarselo colloquiando con gli altri media,sopratutto quelli di tipo elettronico e dovrà venire a patti con il nuovo paradigma dei new media,la possibilità di ottenere zone d'informazione,gioco,divertimento,ricerca simulazione,interconnessione remota come stanno e faranno sempre di più i media elettronici che conosciamo e che vedremo in un futuro ravvicinatissimo.

Questa è una grande sfida per una tv che è un pachiderma lento,pigro,che non vuole saperne di innovazioni e continua a credere che basti spacciare un po' di veleno televisivo per continuare a sopravvivere e a fare proventi dalla pubblicità e dagli inserzionisti.

Il risveglio da questo sogno catodico rischia di essere molto duro,quasi tragico,ed è proprio per evitare questi traumi che converrebbe cominciare a scaldare i muscoli,iniziando contemporaneamente in tutto il mondo una serie di ricerche su linguaggi potenti,forse obiect-oriented,dedicati,capillari,dove l'elemento transazionale e navigazionale è predominante e l'interattività faccia parte integrante dei nuovi sistemi, programmi,codici e palinsesti.

Scontrarsi con la rivoluzione digitale vuol dire anche far nascere nuovi bisogni,di una comunicazione integrata,più complessa,che agisce contemporaneamente su più livelli e la metafora potrebbe essere una tv che trasmette su bande diverse diversi messaggi che possono essere contemporaneamente per un numero x di utenti decodificati ad n livelli con il vantaggio di ricevere maggiore informazione specializzata e su richiesta a seconda del livello di decodifica,la gerarchia d'accesso e dell'utilizzo che se ne vuole fare.

Questo è qualcosa che si avvicina,sub specie catodica,al grande sogno dell'ipertesto globale del Progetto Xanadu di Ted Nelson ma che utilizza invece che l'accesso alle reti telematiche veloci,che oggi sono una minoranza ma che in futuro rappresenteranno la parte buona di Internet, un accesso polifunzionale alle trasmissioni digitali della televisione che potrebbe essere contemporaneamente via etere,via satellite,via reti,via modem e cavi a fibre ottiche...

 Verso un'Antropologia catodica:

i linguaggi globali e locali della nuova tv

Non è detto che la soluzione della superlingua sia immediatamente conseguibile;potrebbe invece succedere che ricercando questa superlingua si trovino nel frattempo dei superlinguaggi locali o supercodici o superidioletti di livello inferiore che possono essere ulteriormente sviluppati e servire per esigenze locali di alto livello.

Questa è la metafora linguistica delle tv locali o regionali o cittadine che si sono sviluppate all'ombra e a volte contro o in contrapposizione alle grandi reti nazionali generaliste.

Le nuove televisioni dovrebbero avere una vocazione antropologica ed etnologica e ragionare sulle culture locali di cui diventare portavoce ma anche elaborare dei modelli linguistici avanzati che potrebbero confluire ed interagire con il progetto di superlingua che viene elaborato altrove.

Questo consentirebbe,una volta che il progetto venisse raggiunto e si ottenesse qualche tipo di risultato significativo,essere in grado per questi superlinguaggi locali di entrare nella superlingua madre e riuscire immediatamente a dialogare senza essere penalizzati dal fatto di aver sviluppato linguaggi e codici regionali e questo è un problema che attiene alle diverse unità grammaticali in gioco che necessariamente dovrebbero aver ampie zone comuni e condivise.

Diciamo che saremmo in vista di una specie di antropologia catodica,verso la quale stiamo già andando ma non nessuna coscienza e nessuna forma di controllo volontario e in cui gli unici risultati sono una colonizzazione selvaggia delle culture locali e il loro progressivo impoverimento e annientamento.

 Ipotesi costruttive:La Neo-Storia

In quest'ottica,storico-antropologica,ci potremmo sforzare di adoperare dei termini che sono mutuati dalla storia dei computer e sono la simulazione e la realtà di sintesi.

E' possibile difatti,e questo ci sembra un compito alto della neo-televisione,simulare dei passaggi storici,non per contrapporsi frontalmente alla storia che conosciamo ma perchè alcuni fatti,eventi,e momenti storici,pur essendo dei controfattuali potrebbero avere un grado d'attendibilità e di verosimiglianza tale che la nostra stessa visione storica ne sarebbe corroborata all'interno di un'ipotesi di "storia costruzionista" simile alle epistemologie e matematiche costruzioniste che già conosciamo.

Dunque la televisione potrebbe dedicare alcune delle sue risorse alla costruzione di questa neo-storia,manipolando documenti,materiali d'archivio,utilizzando tecniche raffinate digitali e di sintesi,e questo,lo ripeto,non per puro luddismo ma per costruire quell'ombreggiatura delle scienze sociali che strumenti e tecnologie come sono quelli derivati dall'informatica,presuppongono e con i quali sarebbe utile fare i conti.

E' inutile avere la posssibilità di ricostruire un volto o un avvenimento(storico,geografico,culturale,scientifico,tecnologico,etc.) se poi noi ci limitiamo a riverire la storia così come la conosciamo e non facciamo niente altro che reiterarla,forse perchè spaventati dalle conseguenze di una storia aperta dove il controfattualismo non sarebbe solo un demone da esorcizzare ma un modello da contrapporre alla sistematicità dei sistemi posthegeliani a cui siamo abituati,ma,è noto che la grande storia è stata messa in crisi,vuoi dallo strutturalismo vuoi dall'antropologia culturale,gli studi Foucault e Levi-Strauss come quelli di Kuhn e Fayerabend ne sono una testimonianza,e oggi,anche dagli studi di femministe radicali come Donna Haraway,dagli studi sul cyberspazio,sulle Zone Temporanee Nomadiche di Hakim Bey come dagli studi sul transgenderismo del reverendo William Cooper.

 Nuovi Linguaggi Catodici

All'interno di un Progetto Genoma troveremmo inoltre delle nuove popolazioni di materiali televisivi da far accoppiare con sistemi di realtà virtuale ,reti neurali,databases audiovideo,avatar e agenti elettronici per

formulare nuovi scenari catodici moltiplicando i livelli d'interazioni e randomizzando l'accesso dell'utente,in modo da poter avere la formulazione di "paesaggi televisivi cangianti" nella riedizione catodica di quelle interpretazioni e suggestioni letterari enunciate da Sturgeon in " Cristalli sognanti" e da James G. Ballard in " Foresta di cristallo" o nei "racconti di Vermilion Sands" in cui intere epoche storiche artistiche vanno a confluire in progetti di landscapes e architetture espressive,umane,colorate e cangianti che prefigurano una comunicazione e una civiltà basata su input artistici e su tecnologie emotive e istintuali.

Corriamo verso epoche di creolizzazione culturale e siamo in grado di inglobare,nei modi descritti dalle poetiche del post-moderno,età e culture differenti e distanti tra loro sia nello spazio che nel tempo;è giunto allora il momento di duplicare questo passaggio all'interno delle nostre postazioni elettroniche,telematiche,satellitari e niente di meglio di un linguaggio basico e comprensibile da tutti come quello televisivo può essere il nostro banco di prova tecnologico ed epistemologico.

La scommessa è di riuscire a formulare dei nuovi linguaggi,orientati iconicamente,comprensibili e very friendly,con caratteristiche d'interfaccia evolute e utility elettroniche a disposizione degli utenti finali,qualcosa che vada al di là dei semplici comandi touch screen o controllo vocale,una specie di,appunto,"cristallo iconico"implementato con vari livelli di tecnologie,opzioni,terminali,ad alto valore informazionale e con diversi livelli di interattività e di interconnessione.

Se e quando questo progetto sarà avviato,allora e solo allora saremo stati in grado di liberare le fantastiche possibilità e capacità anche cognitive che la televisione,fin dagli albori delle sue epoche pionieristiche,ricordiamoci che gli studi per trasmettere immagini a distanza sono coevi con gli studi di Morse,Bell,Marconi,per trasmettere unità discrete a distanza,sembrava possedere e che oggi,dopo essere passati attraverso varie epoche tecnologiche,siamo in grado,nuovamente di comprendere e sviluppare insieme al meglio delle loro possibilità evolutive.

Si dice,in ambiente ufologico,che una delle poche tecnologie descritte dai rapiti a bordo di astronavi sia una specie di palla di vetro-televisione,in grado di mostrare avvenimenti storici remotissimi o del futuro della terra e di altri pianeti.

Ouesta mia,molto più modestamente, si colloca tra le proposte intese alla valorizzazione del nostro sterminato patrimonio culturale ma vuole anche essere un omaggio,seppur tardivo e niente affatto compiacente alla crescita di un vettore culturale e sociale formidabile come è certamente stato il medium tv fino all'epoca attuale.

 

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